Teatro

Roma Fringe Fest 2015 'Cara Utopia' un'elegia che non si fa mai politica

Roma Fringe Fest 2015 'Cara Utopia' un'elegia che non si fa mai politica

Claudia Crisafio interpreta la settantacinquenne Pasqualina con una sensibilità e una bravura esemplari riuscendo da sola a sostenere un testo al quale manca forse un vero punto di vista storico.

Cara Utopia, della compagnia romana Nuove Officine porta in scena un testo elegiaco di Maria Teresa Berardelli. Protagonista della piéce è la settantacinquenne Pasqualina Losacco, tutta intenta a immaginare un menù da presentare a un cuoco di fama con il quale una sua amica  le ha procurato un appuntamento. Tra una ricetta spiegata con dovizia di particolari e l'altra Pasqualina ci racconta la sua vita, dall'infanzia vissuta con la nonna, alla gioventù vissuta nella Capitale e, nello sfondo, il sogno di fare la cuoca...

Il testo di Berardinelli ha la sapiente capacità di restituire le vicissitudini di Pasqualina mostrando lo scarto tra la loro gravità (si racconta anche di uno stupro) e il vissuto ignavo e leggero  con il quale la donna se ne ricorda e ce ne racconta, uno scarto che rimane tutto dentro una statura umana altissima grazie a una narrazione che rispetta sempre il suo personaggio senza giudicarlo mai (solo alcuni dettagli sullo stupro sono troppo prosaici nel sottolineare più che la violenza subita l'umiliazione, presunta, che deriva da certe pratiche sessuali che Pasqualina esegue per sprovvedutezza).

Claudia Crisafio interpreta Pasqualina con una sensibilità e una bravura esemplari riuscendo da sola a sostenere un testo al quale manca forse un vero punto di vista storico, senza che le vicissitudini raccontate dalla donna anziana (e barbona) richiamino cioè alle responsabilità collettive e politiche (nel senso di vita nella città) che la sua condizione di donna, violentata e senza fissa dimora, della società, sia quella del mondo narrativo in cui vive Pasqualina  sia quella del pubblico che ha assistito allo spettacolo. Perchè Pasqualina è figlia di una società e di un preciso momento storico, e non il personaggio solo e solitario che lo spettacolo ci presenta in scena.